Gli stili ( kata lettura Kun, Kei lettura On ) utilizzati dalla Scuola Ohara, tutti visibili da un solo lato poiché nati e rimasti nel tokonoma fino a fine 1800, sono per il Moribana:
stile Alto
stile Obliquo
stile Riflesso nell’acqua
foto copyright Scuola Ohara
mentre quelli usati negli Heika sono:
stile Alto
stile Obliquo
stile Cascata
Tutti questi stili hanno un’origine comune ossia lo stile apparso nel 15° sec., primo nella storia dell’ikebana da cui derivano tutti gli stili tradizionali di tutte le scuole compresa la Ohara simile allo stile Alto della scuola Ohara.
Quando nacquero le prime forme di ikebana, esclusivamente messe nel nascente tokonoma vedi art.13° e 67°, lo schema compositivo iniziale combinava vegetali yang-legno per tutti gli elementi principali con elementi yin -fiori o foglie- solo quali ausiliari; queste composizioni, con il ramo principale posizionato verticale e al centro –ramo sempreverde o ramo con fiori- e contornato alla base da vegetali ausiliari yin-fiori o erbe erano chiamate Tatebana vedi art. 54°, lettura KUN dei suoi kanji, nome che evidenziava la posizione verticale, diritta, dell’elemento principale ramo.
Tatebana, disegni tratti da Kao Irai no Kadensho, 1486, con l’elemento principale -ramo- al centro e verticale.
Col tempo, si passò a composizioni in cui al ramo sempreverde o fiorito centrale si aggiunsero altri rami, della stessa specie o di specie differenti ma sempre solo rami, creando una gerarchia di 7 rami principali a livelli differenti come è visibile nello schema di tatebana con sette elementi attribuito a Ikenobo Kazoin e datato 1487 a lato;
il Tatebana si strutturò con regole compositive precise e venne indicato col nome RIKKA, non cambiando i kanji con cui è scritto ma cambiando dalla lettura Kun Tatebena lettura giaponese, popolare alla lettura On Rikka lettura cinese,colta continuando a sottolineare che l’elemento principale della composizione era diritto, verticale.
Per un certo periodo iniziale, i rikka erano costruiti unicamente con l’elemento principale verticale, diritto e centrale.
rikka SHIN
Col passare del tempo si continuò, nelle situazioni pubbliche formali, a comporre dei rikka con l’elemento principale verticale, diritto e lo si chiamò forma formale o SHIN vedi art. 21° mentre nelle situazioni semi-formali si cominciò a comporre i rikka semiformali o GYŌ con l’elemento centrale in posizione sempre verticale ma curvato.
Rikka GYŌ
La composizione informale o SŌ dei rikka, sempre basata unicamente sulla forma verticale, era usata nelle situazioni informali e veniva composta in bacini bassi contenente sabbia e la composizione è chiamata SUNA (NO) MONO suna = sabbia
Mentre nei rikka shin e gyŌ tutti i vegetali escono dal vaso tutti uniti, nei suna no mono il gruppo shu-fuku rimane unito e compatto all’uscita del vaso ma il gruppo kyaku può essere separato
Rikka SŌ
Parlando in generale ( con specifiche eccezioni ), per tutti i “rami principali” dei Rikka compreso quello che attualmente la Scuola Ohara chiama kyaku, che è frequentemente un fiore erbaceo o una foglia fino all’inizio del periodo Edo si usavano principalmente rami sempreverde o rami fioriti mettendo i fiori erbacei/foglie solo all’interno della composizione e mai usati come uno dei 7 “rami principali”.
Nel periodo Edo sia la nascente borghesia che i daimyo sottoposti al soggiorno obbligatorio a Edo cominciarono a costruirono presso le loro residenze i primi giardini coltivando cespugli e fiori erbacei perciò si cominciò a creare dei Rikka, sempre esclusivamente nello stile verticale, anche con una sola qualità di fiori messi come “rami principali”, ma usando esclusivamente iris, crisantemi, loto, narcisi, fiori tutti legati alla tradizione.
Suna no Mono con
narcisi
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iris
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loto
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Rikka con
loto
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crisantemi
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iris
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narcisi
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Rikka attualizzati, con soli fiori:
loto
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crisantemi
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iris
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narcisi
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Nel periodo Edo i Rikka erano esposti principalmente nelle dimore della nobiltà shogunale e imperiale mentre l’emergente ricca classe dei chŌnin (mercanti-artigiani cittadini) si limitava alle forme di ikebana più semplici, principalmente gli ShŌka/Seika: lo stile predominante è sempre stato quello “primitivo” verticale fino alla fine del periodo Edo sia nei Rikka come negli ShŌka e Seika
La maggior parte dei libri sull’ikebana pubblicati dal periodo Edo fino a fine 1800 erano scritti principalmente per i chŌnin e mostra dei Seika o ShŌka sempre con la predominanza dello stile verticale sia nei vasi alti, bassi o appesi, composizioni tutte create per essere messe solo nel tokonoma; i Seika o ShŌka nello stile Obliquo e Cascata presenti in questi libri sono relativamente pochi.
Da questo stile iniziale con l’elemento principale verticale simile allo stile Alto della Scuola Ohara, derivano tutti gli altri stili apparsi nel periodo Edo cominciando da quello che la Scuola Ohara chiama obliquo
seguito poi dal cascata, seguiti poi da tutti gli altri stili tradizionali arrivati fino ai giorni nostri.
Le regole simboliche, create per il Rikka e semplificate per gli shŌka/Seika e ancora oggi applicate negli stili degli ikebana legati alla tradizione, sono state create per i Rikka “primordiali” con l’elemento principale al centro e diritto; queste regole simboliche sono state adattate agli stili apparsi in seguito, ed è solo ricordando che sono state create basandosi sui Rikka “primordiali” che si riesce a capire la simbologia originale in essi contenuta.
Questi simboli sono ancora ben leggibili nello Stile Alto Scuola Ohara e leggibili con più difficoltà negli altri stili derivanti dallo stile primitivo Stile Obliquo, Cascata e Riflesso nell’acqua poiché la posizione iniziale di shu Scuola Ohara e altri elementi principali é stata modificata, rendendo la lettura dei simboli nella composizione ikebana più difficile. vedi ad esempio art. 16° e 17°sulla nomenclatura hongatte/gyakugatte basata sullo stile Alto e in seguito adattata agli altri stili come il -Riflesso nell’acqua- vedi anche art. 52°
Nelle situazioni formali ancora oggi si preferisce lo stile iniziale col vegetale principale diritto, attualizzato come in questo esempio con due composizioni (riferimento alla disposizione dei tre oggetti sacri Mitsugusoku vedi art. 13°) in cui predominano rami sempreverde verticali e diritti, con pochi fiori erbacei al centro della composizione, che accompagnano due candelabri e un incensiere.
tempio buddhista Ninna, scuola Shingon, Kyoto